I Disturbi Depressivi sono costituiti da un gruppo di quadri clinici in cui è possibile rintracciare come elemento psicopatologico fondamentale un’alterazione significativa dell’affettività, cioè della condizione emotiva dell’esistenza umana. La caratteristica che accomuna questi disturbi è la presenza di umore triste, sensazione di vuoto o irritabilità accompagnata da modificazioni somatiche e cognitive che possono incidere significativamente sulle capacità di funzionamento ed adattamento dell’individuo. I disturbi depressivi causano un significativo disagio o compromissione del funzionamento in ambito affettivo, sociale e lavorativo.
Il Tono dell’Umore, definibile come quell’emozione prolungata che dà una coloritura alla vita psichica, invece di oscillare fisiologicamente fra i due poli rappresentati dalla tristezza e dalla gioia, si stabilizza stabilmente e patologicamente sul polo negativo, in una condizione depressiva.
La depressione è uno dei disturbi psichici più comuni e invalidanti, derivante spesso a seguito di una sensazione di perdita o di una perdita effettiva. La percentuale di persone che soffrono di depressione sembra aumentare costantemente nel tempo e, non a caso, l’OMS ha previsto che nel giro di pochi anni la depressione sarà la seconda causa di invalidità per malattia, subito dopo le malattie cardiovascolari.
In generale, sentirsi depressi significa vedere il mondo
attraverso degli occhiali con le lenti opache: tutto sembra più difficile da
affrontare, anche alzarsi dal letto al mattino o fare una doccia; molte persone
depresse hanno la sensazione che gli altri non possano comprendere il loro
stato d’animo e che siano inutilmente ottimisti.
Tuttavia le cause della depressione restano molteplici e diverse da
persona a persona (ereditarietà, ambiente sociale, lutti familiari, problemi di
lavoro,…). Le ricerche mostrano la presenza di tre fattori di rischio
principali come fattori di rischio e prognostici nella depressione:
Uno dei trattamenti preferenziali è la psicoterapia a volte abbinata ad un trattamento farmacologico per i casi più gravi.
Il Disturbo Depressivo Maggiore rappresenta la condizione classica in questo gruppo di disturbi ed è caratterizzato da episodi che determinano importanti modificazioni emotive, affettive, cognitive e nelle funzioni neurovegetative; nella maggior parte dei casi il disturbo è ricorrente. Oltre alla deflessione del tono dell’umore, emergono una diminuzione di piacere o interesse nello svolgere le attività di vita quotidiana, alterazione del ciclo sonno-veglia con insonnia o ipersonnia, alterazione del comportamento alimentare con aumento o diminuzione dell’appetito, agitazione o rallentamento psicomotorio , mancanza di energia ed affaticamento, pensieri e sentimenti di colpa o di autosvalutazione, alterazione delle funzioni di attenzione-concentrazione-memoria, pensieri di morte.
Il Disturbo Depressivo Persistente o Distimia, è una forma di depressione più cronica, permanente e stabile nel tempo. La depressione maggiore può precedere il disturbo depressivo persistente ed episodi depressivi maggiori possono occorrere episodicamente nello stesso.
Vi sono poi disturbi depressivi che possono correlarsi al ciclo mestruale o essere indotti dall’uso/abuso di sostanze stupefacenti o di farmaci.
Psicologo Psicoterapeuta
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